domenica 31 agosto 2014

Hari Minggu di Rumah Alma (A lazy Sunday chronicle)

Lazy indonesian reading Sunday with Teddy Beddu Bear @ Pulau Nias, Sumatera Utara, other side of the world


Blue sky and soft clouds upon the forest nearby Rumah Alma @ Gunung Sitoli, Pulau Nias, Indonesia


It is so funny drawing on baloons on a sunny sunday afternoon @ Pulau Nias, Indonesia


It is so funny drawing on baloons, part 2 @ Rumah Alma, GS, Pulau Nias, Indonesia


Vincent, Vivi dan Mikael @ Rumah Alma, Gunung Sitoli, Pulau Nias, Indonesia


venerdì 29 agosto 2014

29 agosto 2014, incendio alla comunità Rumah Alma, Pulau Nias

Per cause sconosciute, questa mattina una delle case per bambini della comunità Rumah Alma di Gunung Sitoli, isola di Nias, Indonesia, è stata distrutta da un incendio. Fortunatamente non ci sono stati vittime o feriti. La casa è crollata su sé stessa in meno di un'ora, prima che il fuoco potesse raggiungere la nostra abitazione posta a fianco. Dopo aver evacuato i locali adiacenti di ogni oggetto infiammabile, finalmente sono arrivati i vigili del fuoco. Un gran dispiacere, certo, ma nessuno si è fatto male: questa la cosa più importante.




mercoledì 27 agosto 2014

Pasar sayuran dan buah-buahan; pasar ikan @ Gunung Sitoli, Pulau Nias, Indonesia

Il mercato della frutta/verdura a Gunung Sitoli, caotica esplosione di colori.



Pasar Ikan (fish market) @ Gunung Sitoli, Pulau Nias, Indonesia


martedì 26 agosto 2014

Sketches from my sweetheart, Indonesia - 6

1. Tra due barbieri, un supermercato e  una pompa di benzina si trova un negozio alquanto eccentrico: il rivenditore monomarca ufficiale della Tupperware, monumento inconsapevole (e piuttosto costoso, se proporzionato ai costi della vita locale) alle attività commerciali 'totally useless' sparse per il mondo. Una sola frase, un solo motto, una sola mission: "W la plastica. Per alimenti".

2. Bahasa Bergamo e Bahasa Nias. Due lingue solo apparentemente lontane e dissimili. Lo scopriamo all'ora del pranzo presso il museo dell'isola mangiando da cartocci portatili presi d'asporto in un vicino warung (confezionati con foglie di palma e carta di giornale, riempiti di riso, salsa al cocco, pesce bollito e verdure, dal gusto leggermente piccante, sono un autentico spettacolo per occhi e papille gustative). Due colleghe di CKS si uniscono a noi e provano, con enorme successo, a parlare in dialetto nord-italico dopo aver sentito i miei timidi tentativi d'immedesimarmi in un nativo di Bergamo Alta (fantascienza applicata alla teoria del caos). Il video della performance, probabilmente, diventerà virale tra i glottologi di tutto il mondo interessati ad eccentrici parallelismi linguistici.

3. La questione "matrimoni programmati" (e pagati, con un vero e proprio tariffario) dalle relative famiglie di due giovani sconosciuti indonesiani (la pratica è ancora in uso) è, agli occhi di un europeo, poco convincente se non affatto accettabile. Che si accetti o ci si 'faccia andare a forza' una relazione di coppia per tutta la vita con un perfetto sconosciuto pare, certo, una follia, un'imposizione inaccettabile. Ma non sono proprio questi i gap culturali tanto difficili da indagare, comprendere e accettare in quanto tali? Non è proprio la sospensione del nostro giudizio a darci l'unica chance di capirci qualcosina? Le risposte divertite dei locali alle nostre critiche, tuttavia, mi danno il sentore di una strisciante isteria, dove la costrizione viene esorcizzata ridendo di ciò che, per ragioni culturali, viene accettato in quanto tale su quest'isola. Una ragione in più per dare lavoro a noi poveri antropologi? Mungkin (forse).

4. Domenica sera. Tra poche ore partiranno le ragazze che hanno condiviso con noi tre settimane a Gunung Sitoli presso la casa comunitaria d'infanzia "Rumah Alma". Una festa con balletti coreografati dai bambini, musica tamarra al punto giusto, selfie-photos di massa, un buffet chilometrico ed un malinconico saluto nella speranza che sia un arrivederci. Grazie di tutto, we really gonna miss u!

5. "The rise and fall of Ziggy Stardust and the spiders from Mars" di David Bowie ben si adatta, per sconosciute ragioni, ad un forte temporale equatoriale capace di far saltare la luce, allagare le strade, costringere tutti quanti a chiudersi in casa per un paio d'ore in attesa che l'acqua termini di cadere a secchiate. Che un album registrato 42 anni fa (!) regga come un giovincello agli influssi del tempo e alla distanza geografica, culturale e storica del presente quello, invece, proprio non riesco a spiegarmelo. Talento, talento puro e pelle d'oca...f**k!

Foto: pesta-pesta-super @ Rumah Alma, Gunung Sitoli, Pulau Nias, Indonesia

P.S.: un saluto speciale alle ragazze del progetto 'Giovani per il mondo' che hanno condiviso con noi un bel mesetto presso la casa comunitaria 'Rumah Alma'...grazie mille!








lunedì 25 agosto 2014

Communic-eating-ation, part 2

Ovvero come, attraverso il cibo, si possano scoprire interessanti aspetti della cultura locale. Utile e dilettevole.
(@ Gunung Sitoli, Pulau Nias, Indonesia).


Nasi Thailand @ Lasara Cafè


Ikan memanggang @ Pantai Bunda


Cibo d'asporto confezionato @ Warung


Aku memasak 'fettuccine' untuk anak-anak @ Rumah Alma


 Grilled fishes, Indonesia style @ Pulau Weh


Nasi putih dengan sayuran dan "spezzatino"


Indonesian street-food: nasi putih (white rice), sayuran pedas (spicy vegetables), ikan kanguleng (fish with coconut cream, spicy soup and curcuma) @ Mandrehe, Pulau Nias, Indonesia 


Milkshake Oreo @ Lasara Point, Gunung Sitoli, Pulau Nias, Indonesia

CBR, Community Based Rehabilitation @ Desa Siofabanua, Pulau Nias Utara, Indonesia





"Prima regola: salutare una delle donne più anziane del villaggio in corretta e, possibilmente, fluente lingua locale. Spiegarle chi diavolo siamo e domandare l'ok per fare fotografie nei paraggi." Piccoli antropologi crescono...presto su Real Time la prima puntata con un ospite d'eccezione: lo spirito di Lévi-Strauss in diretta telefonica dall'aldilà, vestito da pappagallino verde, ci leggerà il vero incipit del suo famoso "Tristes Tropiques". Imperdibile!

sabato 23 agosto 2014

CBR daytrippin'

Dopo aver atteso di trovare i litri di benzina per fare il pieno del mini-bus CKS (i nuovi rifornimenti arriveranno domani), incominciamo un viaggio di un'ora e trenta minuti verso la parte settentrionale dell'isola (Pulau Nias Utara) ove svolgeremo il servizio CBR (community based rehabilitation) presso il villaggio (kampung) di Desa Siofabanua. Prima di iniziare a lavorare, lungo il tragitto mi faccio insegnare una serie di espressioni ricorrenti in bahasa Nias (la lingua dell'isola) che annoto sulla mia "agendina rossa di salvataggio" (il mio beneamato 'bukuku'). Facciamo pranzo al sacco presso la magnifica pantai Fofola Tuhemberua dove l'acqua è limpida, le spiagge pulite ed una grossa insenatura di sabbia lascia intravedere il fondo di un braccio di mare intonso, oltre il quale galleggiano, sotto lo zenith, i pescherecci dai vivi colori pastello pronti a salpare.
Nel primo pomeriggio iniziano le visite domiciliari a due bambine con problemi fisici e mentali; le responsabili eseguono piccole opere di fisioterapia e, a seguire, aiutano lo svolgimento dei compiti scolastici assegnati. Io cerco di creare alcuni reportage fotografici utili per i prossimi progetti video messi in agenda memorizzando i volti segnati delle persone visitate, lasciandomi affascinare dal magnifico contesto in cui ci troviamo, cercando d'imparare qualcosa di nuovo durante le lunghe attese. Dopo aver lasciato il pick-up ai bordi della foresta ci rechiamo presso la seconda famiglia che vive in un villaggio isolato attorniato da palmeti, alberi della gomma e tapioca. Il padre di famiglia è un pescatore che mantiene 4 figlie percorrendo ogni giorno un'ora di cammino verso il mare e circa due per tornare, carico di pescato, alla sua capanna nascosta nella boscaglia. La terza bambina, dotata di una magnifica scrittura, svolge i compiti scolastici completamente da sola nonostante evidenti problemi motori. Salutata la sua famiglia, promettiamo di tornare: è già ora di incamminarci, prima del tramonto, verso Gunung Sitoli. Sulla via di casa notiamo un maiale attaccato al portapacchi di uno scooter, ancora vivo ed avvolto in una grossa foglia di palma, che si muove bruscamente ogni trenta secondi rischiando di far cadere il conducente (ordinaria amministrazione). Arrivati in città non posso resistere a fermarmi a fotografare i banchetti del mercato del pesce (pasar ikan): piccolo reportage tra i pescatori carichi di ilan kakap, ikan laira, gurita, ilan bawal (riconosco solo un polpo di un metro e mezzo, una cernia uscita da un libro di Jules Verne). Alcuni pesci sono davvero giganteschi. Vi sono tranci anche di 50 chili, sollevati con fatica dai commercianti intenti a squamare la pelle, venduti per la cena alla tiepida luce del tramonto. In serata guardiamo 'Hercules' proiettato per i bimbi sul muro della Alma Rumah dopo che io, per errore madornale e sindrome da "gentilezza obbligata dell'ospite", accetto di mangiare un frutto 'durian' (tropicale, puzzolente, disgustoso) che sputo per istinto all'istante, evitando così di vomitare. Gaffe culturali, certo: ma forse alle volte è meglio sopravvivere che fare una piccola, bella figura di pochi secondi...che Geertz possa aver pietà di me.



Foto: sabato indonesiano @ Nias Museum, Gunung Sitoli, Pulau Nias, Indonesia

giovedì 21 agosto 2014

Sketches from my sweetheart, Indonesia - 5

I Punto primo. Se uccidete con un bel colpo di scopa una mantide religiosa nel nord di Sumatra (qui se ne trovano parecchie), noterete con gran sorpresa e disgusto che dal suo corpo uscirà una sorta di verme nero che continuerà a contorcersi su sé stesso, senza morire anche dopo molte ore. Nessuno di noi ha mai capito di cosa si tratti né tanto meno spiegato questo fenomeno. Punto secondo. Qui in Indonesia TUTTI i gatti fanno "Meooo". Non troverete felino - randagio o domestico - nell'intento di biascicare un verso differente, proporvi un miagolio sui generis, strusciarsi sulla vostra gamba con fare mieloso in modo divergente da questo stile. "Meoooo". Piccoli, grandi misteri del mondo animale nel sud-est asiatico. 

II. La mia infezione/ferita alla gamba, che negli ultimi giorni pareva una polpetta oleosa perfetta per un Big Mac, migliora drasticamente sotto gli effetti di un potente antibiotico e di una crema battericida consigliatami da un gentile farmacista di Gunung Sitoli. Una tisana allo zenzero a lume di candela con "Animals" dei Pink Floyd in sottofondo, infine, rende il mio percorso di guarigione piuttosto fricchettone...dove siamo arrivati, ma soprattutto, dove arriveremo di questo passo?

III. Crepuscolo. La barchetta di un pescatore solitario, galleggiante sulle acque dell'oceano in attesa di tirare sù qualcosa dalla sua lenza gettata a largo. Un colpo di remi, le grosse nuvole sullo sfondo, un'altra remata, l'orizzonte dalle tinta rosa, la piccola nave che scivola lievemente verso la costa opposta. Credo che questo scenario possa essere considerato una vera e propria forma d'ipnosi paesaggistica.

IV. Vi sono frutti esotici di cui non immaginavo nemmeno l'esistenza. Riesco finalmente ad assaggiare e (con fatica) a ricordarmi il nome 'salak', ovvero il frutto dalla "pelle di serpente". Tra smorfie e facce distorte che mi fanno pensare ad un gusto a metà tra una pera e del formaggio stagionato rancido, penso a quanto in fondo preferisca una semplice, croccante mela Fuji di Porta Palazzo. In serata l'onirica, tristemente spietata visione de "L'amico di famiglia" di Sorrentino riesce tuttavia a lasciarmi un sapore più amaro di questo viscido frutto dalla pelle squamosa.



Uno dei molti, piccoli warung (ristorantino) di quartiere


Rambutan, frutto esotico tipico del sud-est asiatico @ Gunung Sitoli, Pulau Nias, Sumatera Utara, Indonesia


"Riavvolgo il nastro per la terza volta e la musica riprende. Non mi stancherei mai di stare sdraiato sul letto ad ascoltare Animals dei Pink Floyd. [...] Mi sento indagare dentro da quei suoni spietati, come se strappassero la tendina dell'inconscio, se rompessero tutte le barriere e protezioni, per metterti davanti a quello che sei, anzi per mettermi davanti a quello che sono." 

Gino Strada, Pappagalli Verdi, Feltrinelli, Milano, 1999, p.113.

domenica 17 agosto 2014

Merdeka, Indonesia Indip-Day

Merdeka, giorno dell'indipendenza indonesiana. Nel centro di Gunung Sitoli sfilano le parate dei diversi corpi dell'arma a commemorare la festa nazionale. Ci sono famiglie, studenti, commercianti, poliziotti che riempiono le strade contornate di bandierine bianche e rosse partecipando all'evento nazionale con grande entusiasmo. Dopo la sfilata procediamo verso Pantai Bunda. Qui, tra pannocchie messe sul fuoco vivo a cuocere, balletti nello stile dell'isola di Flores, bambini sporchi di sabbia che corrono con i palloncini regalatigli da noi volontari (comprese fughe nell'atmosfera e piccole esplosioni inattese), una gara di tiro alla corda e relative premiazioni, passiamo una gradevole giornata attendendo il 'mata hari terbenam' (sunset), splendido come sempre in questa fetta di mondo. Fab! @ Gunung Sitoli, Pulau Nias, Sumatera Utara,  Indonesia





Sketches from my sweetheart, Indonesia - 4

1. Leggere a lume di candela una raccolta di articoli di Terzani ambientati in Asia, alzando di tanto in tanto lo sguardo sul bosco di fronte a sé ove le rane ed i grilli emettono un rumore lieve ma costante. Sorseggiare l'ultima tazza di thé verde pensando, con l'umore oscuro de "I giardini di marzo", alle persone, agli episodi, ai ricordi che precedono questo viaggio, e non solo. Riflettere sui progetti futuri lasciandosi trasportare in un sano 'brain storming', tra analisi dei lati positivi e negativi, fantasie smodate ed iper-realismo temperato. Qui si ha tempo per pensare, qui si ha tempo per ridere di sé stessi (molto più di un ingobbito Leopardi). Lampi nel cielo, probabilmente inizierà a piovere: che magnifica atmosfera da lupi solitari.

2. Al ristorante Grand Kartika, di fronte la grande scritta 'YAHOWU', tra una birra Bintang e l'altra (la 'Moretti indonesiana'), una fettina di avocado ed un gamberetto, un pesce alla griglia ed un'altra Bintang, scorre la serata con un sottofondo di onde marine e, ahimè, un intero disco dei 'One Direction'. Otto italiani in riva alla spiaggia di Gunung Sitoli riescono a spendere un centinaio di euro in Indonesia...incredibile ma vero. Finale della serata: grande selfie-fotografico corale seduti sulle lettere cubitali di benvenuto dell'isola (io scelgo la comodissima 'O' rischiando di addormentarmi di fronte la pacifica visione dell'oceano oscuro).

3. La traversata verso il sud dell'isola giunge alla baia di Sorake, un piccolo paradiso ritagliato nell'oceano indiano. Poco lontano, a Bau Matalu, paghiamo un euro a testa per assistere al famoso 'lompa batu' ("salto della pietra', alta circa due metri), rituale di passaggio dei giovani del villaggio all'età adulta. Seguono foto con gli abiti tradizionali  utilizzati dai saltatori per la gioia degli abitanti del villaggio e dei nostri cuori di turisti italiani. Nel tardo pomeriggio torniamo a Sorake, questa volta nella baia dei surfisti. Siamo in uno dei luoghi culto di questo sport rimasti tali nonostante i cambiamenti geologici avutisi in seguito agli avvenimenti del 2004. Dopo lo tsunami, le acque ritiratesi hanno infatti reso la riva una distesa di coralli scoperti (l'isola intera si è inclinata di un metro sul suo stesso asse). Dopo aver camminato qualche minuto sulla barriera ingrigita si arriva a lato delle acque profonde ove decine di surfisti seguono le onde alte tre-quattro metri provenienti dall'oceano aperto. Sullo sfondo, la foresta vergine ed i fuochi delle case su cui si prepara la cena al tramonto, quando la marea inizia ad alzarsi e si deve arretrare di qualche passo per non farsi bagnare dalla risacca. La scena è stupenda quanto geologicamente eccentrica: in piedi sui coralli morti, laddove v 'era solo mare, con a lato (pochissimi metri) onde molto alte su cui surfano anche bimbetti locali di dieci anni, la luce tiepida di un cielo al crepuscolo che riflette i suoi colori caldi nell'acqua bassa, intrappolata a lato dei costoni e, infine, l'inizio di un tramonto da cartolina alle nostre spalle. Per quest'ultimo punto mi ritaglio un'ora, sedendomi sulla sabbia, per lasciarmi ipnotizzare e fotografare mentalmente (nonché in digitale reflex) questa magnifica immagine che ho la fortuna di avere davanti i miei occhi. See it and die.




Foto: Sorake Beach, Pulau Nias, Sumatera Utara, Indonesia.

venerdì 15 agosto 2014

Sketches from my sweetheart, Indonesia - 3

1. Piove, piove nella fresca nottata indonesiana. Piano, forte, crescendo o rallentando, l'acqua mi ricorda il terzo movimento della "Sonata al chiaro di luna"di Beethoven mischiata ad un'ipnotica taranta salentina. L'atmosfera buia, tempestosa ma romantica si aggira invece tra la calda voce di un Sinatra che canta l'incipit di "Strangers in the Night" ed una "Jealous Guy" lennoniana ululata alla luna piena, alta nel cielo indonesiano, fiera di esserci.

2. Un salto a fare pranzo al warung di quartiere ove, con la mano destra (la sinistra ha un altro scopo, la pulizia intima), consumiamo nasi putih (riso bianco), sayuran pedas (verdure piccanti), ayam (pollo), kentang (patate). Il caldo umido fa appiccicare il riso alle dita, colare la fronte ed il naso per la grande quantità di piccante presente nei cibi e fa venir voglia di scappare su un iceberg antartico a rifocillarsi per un paio di giorni. Gran finale del pasto: un classico martabak (pancake ripieno) con cioccolato, burro e nocciole che salto a piè pari per fingere di controllare la mia alimentazione nel sud-est asiatico...pura fiction.

3.  Il canto degli usignoli nel retrobottega di numerosi warung (ristorantini molto cheap sparsi per la città) è un particolare che rivela molti aspetti della cultura indonesiana. Secondo buone fonti ufficiali, le gabbiette che scendono dal soffitto sono una delle cinque cose che 'un vero uomo' indonesiano dovrebbe avere (attenzione, lista gender-free!): wisma (casa), wanita (donna), turangga (horse), kukila (birds), curiga (kris, pugnale rituale). 

4. Mangiare rambutan (frutto biancastro, dolce, viscido, chiuso in un guscio dai filamenti rossi) sul lungomare di Gunung Sitoli, sporco ed indecente come pochi altri luoghi nel mondo, è un'esperienza straniante e disdicevole per un cuore ecologista. Con quest'acqua sporca viene proprio voglia di buttarsi...ma dal quinto piano. Com'è possibile che quest'isola nel mezzo dell'oceano indiano abbia un mare così sporco, pieno di cartacce e bottigliette, ma nessuno faccia alcunché per rimetterlo in sesto? I pescatori tirano il filo in acqua, senza canna, tirando sù degli sgorbietti che probabilmente finiranno in pentola con del nasi goreng da lì a qualche ora...sigh.


martedì 12 agosto 2014

Magazzinieri inside (ma anche no) @ CM, Operazione 'ammorbidente sicuro nel sudest asiatico', Gunung Sitoli, Pulau Nias, Indonesia

VI. Siamo chiamati a dare una mano nel riorganizzare il magazzino di un supermercato aperto all'interno di un precedente progetto di cooperazione. Definire caos una tale situazione è a dir poco limitativo. Basti dire che, nello spostare il centesimo scatolone di ammorbidente invenduto, scatta il delirio e la paura dell'impossibilità organizzativa. La terribile sensazione che tutto questo lavoro sia fine a sé stesso, tuttavia, scompare non appena gli scaffali cominciano a prendere una forma sensata, organizzata. Diecimila (basteranno?) confezioni invendute, impilate una sopra l'altra in pochi metri quadrati: pensare che ieri non ne avevamo nemmeno una goccia per fare una lavatrice...un topo che corre per gli scaffali ed i succhi di frutta rosicchiati chiudono il piacevole quadretto con acquisizione finale del certificato "esperto in scienze dell'ammorbidente indonesiano".



It's raining man

Pioggia torrenziale equatoriale indonesiana...


See it on Instagram: http://instagram.com/p/rlxQmpgo7W/

lunedì 11 agosto 2014

Sketches from my sweetheart, Indonesia - cap. 2

I. Dieci minuti dopo aver aperto gli occhi si sale in macchina per dirigersi al 'pasar' centrale ove si vendono frutta e verdura: tocca a noi comprare il necessario per cucinare un tipico 'pranzo italiano '. In realtà, ci si arrangia con ciò che è disponibile cercando di immaginarsi un potenziale menù per 40 persone, di cui 30 bambini: pasta alla norma, patate prezzemolate, verdure saltate e macedonia...di più, non si può proprio fare. Il costo della frutta è a dir poco inaccessibile se non per pochi esemplari di stagione e, presto, fare una macedonia per 40 persone ci pare un gigantesco investimento a fondo perduto. Ancora una volta il cibo si dimostra essere il mezzo privilegiato per creare un contatto sociale, condividere esperienze e competenze, scambiarsi punti di vista, trascorrere del tempo insieme.
Gira e rigira il mestolo nella grossa padella a forma ovale capace di rendere la vostra vita un inferno ribaltandosi ogni minuto su sé stessa e facendovi rischiare di perdere il lavoro di diverse ore in pochi minuti. Proporre cucina italiana a bambini abituati ad ingurgitare quasi esclusivamente 'nasi putih', riso in bianco, è davvero un'impresa. Poco importa il risultato, sarà comunque un successo...

II. Insegnare a scrivere l'alfabeto e far leggere  parole medio-corte a dei bambini che non vedono l'ora di tornare a giocare mi fa sentire un piccolo Montalcini che prova a dare una mano a dei simpatici marmocchietti saltanti. Ovviamente, aggrappandosi senza sosta e senza fare troppi complimenti ad ogni arto del vostro corpo, non studieranno nemmeno un singolo secondo.

III. «Marameo kaki luka», ovvero "angry stray cat with a wounded leg", un nickname valido solo per il mio primo (?) giorno da aiuto-cuoco pseudo-italo/europeo trapiantato in Indonesia. Tutto sommato veritiero, tanto quanto il kinyarwandese "ntwari" assegnatomi qualche anno fa in East Africa.

IV. Il lungomare ultra-sporco di Gunung Sitoli, Pulau Nias, è rallegrato dal bagno con i bambini che allieta la vista non di una spiaggia, bensì di un grosso cumulo di sabbia sporco in riva all'oceano, quell'oceano capace d'inclinare di ben due metri l'asse dell'isola di Nias in seguito allo tsunami di dieci anni fa. Tra cartacce, sacchi di sabbia, un paio di scheletri di barche distrutte dal tempo e dall'acqua, una piccola nave/peschereccio insabbiata, le urla dei bambini rendono persino un posto come questo vivibile ed apprezzabile.

V. La festa serale in una casa a Pantai Bunda trascorre tra grigliate di pesce gigante e birra Bintang, fino ad arrivare ad un trenino danzante accompagnato dalla canzone "Maria" dal quale vedo bene di tirarmi fuori. Piove, i lampi illuminano l'orizzonte oscuro dell'oceano e realizzo di essere dall'altra parte del mondo e contemporaneamente "a sud di nessun nord". Ispirato malinconicamente dalla pioggia rivedo nella cineteca dei miei ricordi un centinaio di fotogrammi sparsi: indeciso sul da farsi, opto per un finale apocalittico -tarantiniano?-anacronistico alla "Bastardi senza gloria" a questo stream of consciousness. «Vada tutto a quel paese, sono qui ed ora..."hic et nunc", avrebbero detto i latini». In questo momento sento l'odore di salsedine riempirmi le narici e tutto fila via, liscio, con il vento uggioso della sera.

VI. Siamo chiamati a dare una mano nel riorganizzare il magazzino di un supermercato aperto all'interno di un precedente progetto di cooperazione. Definire caos una tale situazione è a dir poco limitativo. Basti dire che, nello spostare il centesimo scatolone di ammorbidente invenduto, scatta il delirio e la paura dell'impossibilità organizzativa. La terribile sensazione che tutto questo lavoro sia fine a sé stesso, tuttavia, scompare non appena gli scaffali cominciano a prendere una forma sensata, organizzata. Diecimila (basteranno?) confezioni invendute, impilate una sopra l'altra in pochi metri quadrati: pensare che ieri non ne avevamo nemmeno una goccia per fare una lavatrice...un topo che corre per gli scaffali ed i succhi di frutta rosicchiati chiudono il piacevole quadretto con acquisizione finale del certificato "esperto in scienze dell'ammorbidente indonesiano".

Foto: pasar ikan dan nelayan @ Gunung Sitoli, Pulau Nias, Indonesia.




venerdì 8 agosto 2014

Naik becak

Il becakkaro è uno di noi @ Pulau Nias, Sumatera Utara, Indonesia.


Ada baca di Indonesia?

Finito uno, si comincia l'altro. Letture giuste per il posto giusto @ Pulau Nias, Sumatera Utara, Indonesia

Green House, a special place to stay in Pulau Weh

È qui che tra Charles Mingus, minimal tedesco e blues elettrico scorre il tempo notturno con l'incontro di nuove amicizie, chiacchiere multilingue, crackers farciti con burro special, slalom tra amache dondolanti, due gattini stonati che si rincorrono, ospiti internazionali ed autorità locali @ Green House, Pulau Weh, Sumatra, Indonesia.

giovedì 7 agosto 2014

Weh side stories, part II

Dopo una lunga passeggiata di 8 km verso il km 0 (il punto più a nord-ovest dell'Indonesia, l'inizio del paese che termina altresì a Papua) passando per Long Beach e la foresta pluviale - in cui avvistiamo una colonia di scimmiette nutrite da una decina di turisti cinesi -, in serata partecipiamo ad una "family dinner" con tutti gli espatriati del paese: 5 piatti vegetariani e tanto nasi putih (riso in bianco) per stringere amicizie e fare una buona cena in un ambiente informale gestito da una nativa di Pulau Weh. Scopriamo così di essere ben 8 italiani su quest'isoletta nel mezzo dell'Oceano Indiano, cosa abbastanza difficile per luogo e periodo dell'anno (saremo davvero solo 8?). In tarda serata si prosegue alla Green House di Erik ove proviamo i piaceri di conoscere la vita comunitaria indonesiana assaggiando qualche bicchierino di Sea Horse's (distillato al "gusto di whiskye"...cosa vorrà mai dire?) e qualche biscottino con burro "special" ascoltando in sottofondo uno stranissimo minimal tedesco mixato da un espatriato molto silenzioso con chiacchiere random in tre lingue: bahasa indonesia, English, italiano. Momenti di sonnolenza, nubi di fumo grigie, due gattini che saltano per la veranda verde parecchio intontiti e luci basse con tre grandi domande poste dal guru di casa alla "platea": "Is that song about love?"; "Marco Polo, why you do not drink Sea Horse's with Jerak Jus?"; "Bagus, Man?". Ovvero scene, volti, situazioni, parole molto singolari ed altamente eccentriche (sarà proprio questo a renderle interessanti?). Bagus, men!

Dopo un giretto in sepeda motor per la cornice dell'isola di Pulau Weh, nel mezzo del cammin col motorino ci ritrovammo in una selva luminosa con una lunga spiaggia bianca attorniata da quelle palme tipiche di un catalogo di viaggi sognato da tutte le massaie italiane durante le promozioni dei materassi di Mastrota su canale cinque (e non solo). Anyway, questo è un posto daydreamin', c'è poco da aggiungere...
Pulau Weh, località 'pantai putih', ovvero "spiaggia bianca" @ Sumatra, Indonesia

Oggi è venerdì, bisognerebbe attendere le due del pomeriggio per fare il bagno in rispetto alla locale cultura religiosa musulmana. Non è così per molti, soprattutto per i turisti cinesi che con il loro giubbino arancione di salvataggio nuotano a pochi metri dalla riva nell'acqua azzurrissima. Anche io, lo ammetto, indosso la "gommosa divisa di mare olandese" ma solo per dirigerci con una barca nei posti chiave di fronte Pulau Weh a praticare un po' di snorkeling. Guidati da un connazionale che vive in loco da 12 anni, ci ritroviamo ad essere ben 5 italiani che sgasano oltre le onde del canale in cerca di pesci colorati, coralli e forse le famose "kura kura", le tartarughe marine. Dopo una bella nuotata a lato degli scogli tra gli atolli nei dintorni di Pulau Rubia, riesco a farmi "trasportare" (o travolgere?) dalle onde verso lo sconfinato oceano indiano per poi essere recuperato in barca prima di finire in Malesia, sbracciando animosamente in lontananza. In seguito si prosegue verso un piccolo vulcano subacqueo situato nel mezzo di una baia dalle acque calmissime. Qui, guardando attraverso la maschera in direzione del fondo, l'impressione è quella di trovarsi dentro un grosso bicchiere d'acqua minerale con migliaia di bolle d'aria che salgono verso l'alto mentre, ondeggiando con le pinne nella corrente calda e con un diffuso puzzo sulfureo nell'aria circostante, ci si gode ipnotizzati lo spettacolo. Una situazione che ha qualcosa di vagamente psichedelico e documentaristico, decisamente affascinante. Una bella esperienza ed una piacevole giornata conclusasi sorseggiando un buon caffè nero chiacchierando ed ammirando questo tramonto dalle tinte calde, che pare uscire da un enorme dipinto poggiato su un gigantesco cavalletto posto proprio di fronte a noi.

Pak Mikael @ Kareung, Pulau Weh, Sumatra, Indonesia

See it on Instagram! http://instagram.com/p/rC3BdTgo8i/